2007-06-11 / La Provincia / Alberto Cima
Angela Hewitt è ormai unanimemente considerata una delle pianiste più carismatiche oggi in attività. Dopo essere stata dichiarata “Artist of the Year” dalla prestigiosa rivista “Gramophone”, la straordinaria pianista canadese continua a portare avanti una frenetica attività, sia artistica che discografica, che dimostra fino in fondo la sua inesauribile vitalità.
L’etichetta “Hyperion” ha pubblicato i primi due volumi delle “Sonate” di Beethoven, iniziativa che prelude all’incisione integrale, che fa seguito a quella di Bach, di cui la Hewitt ha registrato tutta l’opera per tastiera, concerti compresi. Il primo volume comprende un’opera conosciutissima, come l’”Appassionata”, e due composizioni giovanili: l’op. 7 e l’op. 10 n. 3. L’interpretazione è caratterizzata da una trasparenza cristallina, una cura quasi maniacale dei particolari (persino quelli più reconditi), l’enfatizzazione della linea melodica e un’incisiva verve ritmica.
Il secondo volume include tre Sonate dai tratti molto diversi, composte nell’arco di sette anni: l’incantevole “Pastorale” (op. 28), la “Patetica” (op. 13), della quale la Hewitt offre un’interpretazione particolarmente intima e sofferta, e l’op. 2 n. 3. Nelle esecuzioni emerge una eccezionale limpidezza sonora, una spiccata musicalità e una sublime eleganza. L’interpretazione della Hewitt dà ampio spazio alla sua personalità. Presenta infatti un Beethoven a tratti molto personale, ma il messaggio del compositore appare evidente in ogni battuta di queste Sonate. Un “corpus” beethoveniano da seguire nel tempo.