Bach in Rome

2009-10-26 / La Repubblica / D.V.

Angela Hewitt al pianoforte e Bach trova un tocco mirabile

SUPERATA la noiosa e inutile diàtriba sull’ uso del pianoforte per le opere di Bach destinate alla tastiera, resta però il problema del rapporto con gli altri strumenti in una pagina da camera o in un concerto. Angela Hewitt propone quattro dei sette Concerti per clavicembalo e archi insieme al Quinto Concerto Brandeburghese, tutti sul pianoforte. Il Bach-Collegium Stuttgart la sostiene con mirabile pulizia e intensa espressione. Da parte sua la pianista canadese suona Bach come se la musica fosse destinata al pianoforte, senza scimmiottare il clavicembalo. E funziona, perché il suo fraseggiare è libero e la ricchezza timbrica del tocco, mirabile. Funziona meno invece nel Brandeburghese, perché in quel concerto Bach ha calcolato anche i rapporti timbrici tra gli strumenti. Di fatti qui la Hewitt si astiene dall’ eseguire il basso. Ma non basta. La serata comunque è tra quelle indimenticabili. Successo trionfale, con un corale bachiano per bis. Più elegante forse un bis con l’ orchestra.

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